Turi Vaccaro, noto pacifista siciliano, è entrato ieri nell’area del Dal Molin accompagnato da una donna vicentina, Agnese, per dar vita alla “semina di S. Martino”. I due sono stati portati al comando Setaf della Ederle dopo essere stati fermati. TURI È TUTT’ORA TRATTENUTO PRESSO IL CARCERE DI S.PIO X di Vicenza.
dal sito www.nodalmolin.it
«L’esempio di S.Martino – scrive Turi –, vescovo che abbandonò la divisa dell’esercito romano, ci è di sprone. Con metà del suo mantello donato al povero ci ricorda che ogni euro speso in armamenti è tolto ai poveri e a tutti i bisognosi». La scelta della data (11 novembre) non è infatti casuale.
Dopo aver scavalcato la recinzione, portando con se bandiere della pace, volantini, un libro sulla guerra nucleare, un disegno di Alice (una bimba di Firenze) e delle palline di argilla che avvolgono dei semi di alberi da frutto raccolti lungo il cammino da Napoli a Vicenza conclusosi l’8 novembre, Turi e Agnese hanno seminato le palline utilizzando il metodo Fukuoka (esperto giapponese in agricoltura non violenta – permacultura – che suggerisce il metodo delle palline di argilla lasciate sul terreno al posto dell’aratura).
«Intendiamo – hanno scritto i due – protestare così, in maniera non violenta, contro l’inizio dei lavori di questa nuova base di guerra»; concludendo il loro testo con le parole del Profeta Isaia: «Pace, gioia, forza e amore, forgiamo le spade in aratri».
Fermati e trattenuti prima al comando Setaf presso il Dal Molin e in seguito alla Ederle, Agnese è stata rilasciata durante in nottata mentre Turi è stato trasferito presso il carcere S.Pio X di Vicenza.
Turi Vaccaro era stato, martedì sera, ospite dell’assemblea del Presidio Permanente; a lui e ad Agnese va il ringraziamento del movimento NoDalMolin, per quel che fa quotidianamente: l’iniziativa di ieri pomeriggio dimostra che ognuno può trovare le sue forme per opporsi concretamente alla guerra e alla militarizzazione.
Ancora una volta siamo con voi, popolo delle pignatte!
La scuola, come la terra e il territorio, sono i luoghi dove costruire progetti di pace. E’ meglio una scuola che un carro armato, dieci scuole che un cacciabombardiere F-35 Lightning II, mille scuole che una base militare. Gli impegni finanziari dei governi per le spese militari sono fondi sottratti all’istruzione: politiche di guerra invece di politiche per l’istruzione e i diritti, per un futuro per tutti.
La dignità, il rispetto, l’accoglienza, la PACE si costruiscono a scuola, non con le basi militari e i nuovi sistemi d’arma.
Le mamme, i papà, le/gli insegnanti del Comitato