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Comitato genitori e insegnanti x la scuola pubblica – Padova e Provincia

Posts Tagged ‘Test Invalsi’

Chi valuta chi e cosa? La qualità totale applicata alla scuola

Posted by comitatonogelmini su 2 aprile 2016

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Sistema Nazionale di Valutazione: Invalsi… pensaci tu!

Posted by comitatonogelmini su 11 novembre 2014

Outrageous-Cherrydi Carlo Avossa
da ReteScuole
11 novembre 2014

Il MIUR non ha gli ispettori per valutare le scuole e si affida all’Invalsi.

Dopo che il Sistema Nazionale di Valutazione è diventato legge (DPR 80/13), il MIUR scopre che non può farlo funzionare.

Il DPR 80/13 prevede un sistema di valutazionea tre gambe”: un nucleo di autovalutazione interno ad ogni singolo Istituto Scolastico, l’Invalsi, gli ispettori ministeriali.

Peccato che il numero degli ispettori sia insufficiente per applicare la legge.

Incurante di ciò, e sorda ad ogni invito a discuterne con i sindacati della scuola, il ministro Giannini ha firmato, nel settembre del 2014, il Regolamento applicativo del DPR 80/13. Per capirci: ha ordinato l’applicazione del DPR 80/13, dando indicazioni operative alle “tre gambe” del SNV.

Si possono già fare alcune osservazioni… oggettive: primo, il MIUR ha impiegato ben diciotto mesi per emanare il provvedimento applicativo (il SNV nasce nel marzo del 2013). Complimenti.

Secondo, esiste una continuità assoluta tra i diversi titolari del MIUR succedutisi sulla poltrona di viale Trastevere negli ultimi anni. In pratica, tra la gestione Carrozza del MIUR e la gestione Giannini, sul SNV, come su molte altre cose, non ci sono differenze.

Ora, l’attuale ministro ha deciso che, poiché ha… una gamba troppo corta, se la prenderà comoda con una soluzione all’italiana: i “dirigenti tecnici del nucleo ispettivo” sono troppo pochi? Giannini, renzianamente, trova la soluzione: gli ispettori visiteranno in tre anni 850 scuole, cioè il 10% degli istituti italiani.

Niente male: per visitarle tutte, ci metteranno dieci anni, ammesso che ce la facciano a raggiungere l’obiettivo deciso da Giannini. Alla faccia della rapidità e dell’efficienza targate Renzi, datore di lavoro della Giannini.

Come verranno scelte le scuole che gli ispettori visiteranno? Il 7% sarà costituito da quelle trovate più “scarse” dalle rilevazioni Invalsi; il 3% sarà sorteggiato.

Che cosa si può concludere?

Che il DPR 80/13, emanato ai tempi del governo Letta, rimarrà inapplicato e che non poteva funzionare (complimenti anche all’ex ministro Carrozza per la lungimiranza): gli ispettori potrebbero arrivare nelle scuole o non arrivare mai: dieci anni sono un tempo molto lungo.

E invece le scuole sono tenute a costituire subito il proprio nucleo di autovalutazione: lo ha stabilito nel settembre 2014 il Regolamento di Giannini.

Come dovranno lavorare i nuclei? Il Regolamento è chiaro: sulla base di un rigido “format” stabilito a livello centrale; la valutazione dovrà essere integrata per legge con i dati Invalsi. Alla faccia dell’autovalutazione.

Come si vede, di tutto il castello teorico del SNV, lagambache la fa da padrona è solo l’Invalsi. Ancora una volta, lo sguardo valutativo è pesantemente condizionato dalla filosofia Invalsi, un Istituto controllato dal MIUR ma che ubbidisce alle logiche economiciste dell’OCSE, organizzazione internazionale.

Si ritorna dunque, sempre, ai test Invalsi, come ad una condanna. Questi test misurano solo le capacità matematiche e di lettura di un testo in lingua italiana, e lo fanno con modalità spesso discutibili. Ma sarà sulla base dei risultati di questi test, spacciati per “oggettivi”, che in realtà verrà costruito tutto il Sistema Nazionale di Valutazione.

Forse allora il DPR 80/13 ed il Regolamento della Giannini sono inutili.

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A proposito di test e valutazioni…

Posted by comitatonogelmini su 12 settembre 2014

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12 settembre 2014

Il direttore della Barrowford Primary School, una scuola elementare nel Lancashire, una contea dell’Inghilterra, ha scritto una lettera a tutti i suoi alunni e la mamma di uno di loro ha deciso di pubblicarla su Twitter dato il profondo valore delle parole ricevute.

Questa è la traduzione della lettera:

Caro Charlie Owen,

ti allego i risultati del tuo Test KS2 di fine anno. Siamo molto orgogliosi dell’enorme impegno che hai dimostrato e durante questa settimana faticosa hai fatto del tuo meglio.

Tuttavia siamo anche preoccupati di come questi test non sempre valutino quello che vi rende speciali ed unici. Le persone che creano questi test e che li correggono non vi conoscononon come vi conoscono i vostri insegnanti, non come spero di conoscervi io, e certamente non come vi conoscono le vostre famiglie. Loro non sanno che molti di voi parlano due lingue. Loro non sanno che suonate uno strumento musicale o che danzate o che dipingete. Loro non sanno che i vostri amici contano su di voi o che la vostra risata fa brillare i giorni più anonimi. Loro non sanno che scrivete poesie o canzoni, che praticate sport, che sognate sul futuro o che a volte vi prendete cura del vostro fratellino o sorellina dopo la scuola. Loro non sanno che avete viaggiato in un luogo meraviglioso o che conoscete il modo di raccontare storie fantastiche o che vi piace trascorrere il tempo con persone speciali, in famiglia o tra gli amici. Loro non sanno che siete affidabili, gentili e premurosi e che ogni giorno fate davvero del vostro meglio…

I punteggi vi diranno qualcosa ma non vi diranno tutto.

Quindi, gioite dei vostri risultati e siatene orgogliosi, ma ricordate che ci sono molti modi di essere intelligenti.

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Test Invalsi di terza media: i testi e la griglia di correzione della prova 2014

Posted by comitatonogelmini su 19 giugno 2014

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di Comitato Genitori ed Insegnanti per la Scuola Pubblica di Padova
19 giugno 2014

L’Invalsi ha appena reso disponibili i testi delle prove di Italiano e di Matematica somministrate questa mattina in tutte le terze medie d’Italia.

Di seguito trovate i link per scaricare i testi delle prove e la griglia di valutazione necessaria per la correzione.

Avvertenza: anche in queste prove il testo è stato impaginato in cinque maniere diverse (modificando la numerazione delle domande) per evitare (o comunque rendere più difficile) la copiatura fra compagni di classe; quella che propiniamo è una di esse, nelle altre quattro versioni le stesse  domande sono state proposte con una numerazione differente.

Buon lavoro (si fa per dire…) …sperando che questo sia veramente l’ultimo anno in cui i test Invalsi vengono “incastrati” nell’esame di stato che conclude il primo ciclo scolastico.

Il testo della prova di Italiano

Il Testo della prova di Matematica

La griglia di correzione della prova

 

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INVALSI, un ente da rifondare e l’irresistibile impulso alla provocazione

Posted by comitatonogelmini su 14 giugno 2014

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di Giorgio Israel
da Il Mattino
14 giugno 2014

Si vorrebbe avere un atteggiamento il più possibile pacato nei confronti dell’Invalsi, soprattutto ora che una nuova presidenza inaugura una gestione il cui orientamento programmatico è tutto da conoscere. Inoltre, le prove Invalsi di quest’anno sono in corso: quelle delle primarie sono già state effettuate e a giorni avranno luogo quelle delle scuole medie, le più importanti in quanto faranno media nell’esame di licenza. Un atteggiamento pacato suggerirebbe di attendere e poi di aprire una fase di valutazione dei test proposti e di riflessione generale sugli indirizzi da prendere nel futuro. Invece i corridoi dell’ente sono evidentemente pervasi da un’atmosfera eccitata che influenza i suoi collaboratori e li anima a dar conferma del detto secondo cui “un bel tacer non fu mai scritto”. Così, invece di lasciar finire la fase operativa conclusiva di un lavoro preparatorio dei test che, a quanto si dice, dura da due anni, e invece di lasciare che sia il presidente a prendere per primo la parola, ecco che qualche collaboratore non riesce a trattenersi dall’esternazione, magari dicendo cose che sembrano pensate apposta per far saltare la mosca al naso.

Così nella versione in rete di un noto quotidiano la collaboratrice dell’Invalsi prof. Daniela Notarbartolo mette le mani avanti contro possibili analisi critiche: i test Invalsi sono frutto di rigore, lavoro di squadra e verifiche, non chiamateli quiz, contengono domande a risposta multipla, domande aperte, richieste di argomentazioni, dimostrazioni. Essi sono il frutto di una squadra di 250 docenti, tutti «con grande esperienza didattica e disciplinare». Forse, ma dobbiamo crederci perché lo dice uno di loro? Viene spontaneo chiedere: su quali basi si può affermare con tanta sicurezza che hanno grande esperienza didattica e disciplinare? chi e come li ha selezionati? con prove “oggettive standardizzate” come i test, magari in un processo durato due anni? Sono domande legittime cui le assicurazioni “soggettive” di un collaboratore non possono dar risposta e che sono al centro di una delle questioni più scottanti, e cioè del fatto che l’ente agisce, da quando esiste, al di fuori di ogni controllo, mentre pretende di atteggiarsi a valutatore insindacabile e oggettivo degli apprendimenti degli studenti.
Non mi soffermo sulla descrizione che viene proposta delle procedure seguite. Si parla di 15-18 mesi per costruire una “prova standardizzata”: e come viene riempito un così lungo lasso di tempo? Poi le domande vengono «selezionate e riconfezionate da un gruppo ristretto di docenti»: con quali criteri e come è scelto questo “gruppo ristretto”? Infine, le domande vengono «testate su un campione statistico”, e anche questo è un passaggio su cui occorrerebbe la massima trasparenza, perché sarebbe a dir poco discutibile che la scelta finale delle domande piuttosto che basarsi su una valutazione di contenuto sia appesa a qualche modello matematico-statistico, come fortemente sospettiamo.

Ma il peggio viene alla fine, quando si dice che «chi paragona le prove Invalsi alle verifiche di classe sbaglia, perché noi costruiamo strumenti di misurazione analoghi a quelli utilizzati nelle scienze sperimentali». Qui si resta a bocca aperta e riesce difficile fare un commento qualsiasi: non c’è neppure bisogno di avere un minimo di cultura scientifica per rendersi conto dell’assurdità di pretendere che il supporto di modelli statistici (immaginiamo, del tipo il modello di Rasch) elevi le le cosiddette “misurazioni” dell’Invalsi al rango delle misurazioni che vengono fatte in un laboratorio di fisica. Ebbene, se l’attività dell’Invalsi si sviluppa sulla base di idee e di “competenze” simili, allora davvero c’è qualcosa di grave e profondo da correggere. Altro che pretendere di misurare gli altri, qui è la qualità del lavoro dell’ente che va rivisitata da cima a fondo. Dispiace di doverlo dire mentre pensavamo che fosse meglio attendere la fine delle prove per aprire una discussione costruttiva, ma è proprio vero che “un bel tacer non fu mai scritto”.

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Ecco i testi delle prove Invalsi di Matematica e Italiano 2014 per la scuola secondaria superiore

Posted by comitatonogelmini su 13 Maggio 2014

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di Comitato Genitori ed Insegnanti per la Scuola Pubblica di Padova
13 maggio 2014

Alleghiamo scaricabili dai links sottostanti i testi delle prove Invalsi 2014 di Italiano e Matematica per la seconda classe della scuola superiore distribuiti questa mattina nelle scuole italiane.
Continuiamo con l’operazione che da cinque anni portiamo avanti cercando di fornire in maniera “clandestina” i testi delle prove quasi in tempo reale.
Lo facciamo perché anche oggi ci sono giunte segnalazioni di “zelanti” dirigenti scolastici che, nelle situazioni in cui le prove non si sono svolte regolarmente in quanto il personale scolastico ha scioperato o perché gli alunni si sono rifiutati di entrare a scuola, intendono sottoporre le prove in una data diversa da quella prevista.
Ciò è illegittimo (prove suppletive devono essere richieste dalle scuole con largo anticipo, per quest’anno scolastico il termine era il 13 dicembre 2013 ed essere effettuate a partire da nuovi testi) ed è un tentativo di inficiare le azioni di protesta contro queste prove.

Boicotta le prove, diffondi i testi in modo che non possano essere riutilizzati!

Avvertenza: anche in queste prove, come è avvenuto lo scorso anno scolastico, il testo è stato impaginato in cinque maniere diverse (modificando la numerazione delle domande) per evitare (o comunque rendere più difficile) la copiatura fra compagni di classe; quella che proponiamo è una di esse (fascicolo 3 per Italiano, fascicolo 4 per Matematica), nelle altre quattro le stesse domande sono state proposte con una numerazione differente.

Scarica il testo della prova di Italiano
Scarica il testo della prova di Matematica
Scarica il Questionario studente

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Il 13 maggio boicotta i test Invalsi!

Posted by comitatonogelmini su 12 Maggio 2014

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di Unione degli Studenti
12 maggio 2014

A meno di un mese di distanza dal test d’ingresso per le facoltà a numero chiuso, martedì 13 maggio 2014 verranno somministrati i test INVALSI alle studentesse e agli studenti frequentanti il secondo anno di scuola superiore.

I test INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema d’Istruzione e formazione) sono prodotti annualmente dall’omonimo ente di ricerca che, grazie al D.L. n.286 dipende economicamente e politicamente dal MIUR, gestisce il Sistema Nazionale di Valutazione, prepara e somministra su base censuaria  i test INVALSI.  A marzo 2013 il Consiglio dei Ministri di un governo dimissionario ha approvato un Regolamento riguardante il Servizio Nazionale di Valutazione istituito nel 2004, attraverso cui: l’INVALSI  consoliderà il proprio ruolo centrale; i test INVALSI verranno introdotti nell’esame di maturità (quest’anno somministrati come indagine campionaria, mentre, a partire dal prossimo anno, faranno punteggio per l’esame di maturità e serviranno come test d’ammissione all’università); e verranno individuati Ispettori Esterni che si occuperanno di visite sul campo nelle scuole.

E’ di duplice natura il fine per il quale il MIUR si avvale dei test INVALSI: da una parte per costruire un preciso modello di scuola antidemocratico, escludente e nozionistico, attraverso una valutazione che fissa gli obiettivi minimi e massimi in termini di “qualità”, dall’altra parte per giustificare le politiche del MIUR stesso, senza potervi incidere realmente. E’, infatti,  interessante notare come al generale calo della qualità dell’istruzione, registrato dai test, siano seguite politiche di tagli trasversali e di smantellamento della scuola pubblica.

Secondo l’Ente di ricerca la finalità dei test sarebbe valutare il sistema scolastico. Eppure, l’INVALSI è l’unico Istituto in Europa a svolgere i test su base censuaria e non campionaria, facendo oltretutto  ammontare i costi a 14 milioni di euro l’anno per la loro somministrazione.  Una cifra inaccettabile se solo si pensa al susseguirsi di tagli trasversali al diritto allo studio, alle condizioni disastrose in cui si trovano l’edilizia scolastica e la scuola pubblica in generale.

I vari governi che si sono susseguiti in questi anni, sia di destra che di sinistra, hanno fatto sì che l’intero sistema scolastico venisse sottoposto alle leggi aziendalistiche del mercato, pensando che in questo modo la scuola potesse divenire più efficiente. La retorica esasperata della necessità di parametri scientifici che vadano a verificare le nozioni di studenti di scuole in cui i programmi didattici sono differenti oltre che a fallire nel proprio intento, soffoca la didattica, le attitudini e  le capacità individuali degli studenti che nei test INVALSI non trovano riscontro. Lo strapotere  assunto dall’INVALSI e la preparazione ossessiva di cui necessitano i test hanno svolto la funzione di promuovere sottobanco una vera e propria “riforma della didattica”. Infatti, a causa del pericoloso meccanismo di premialità che il MIUR intende mettere in campo a seguito dei risultati del test e alla conseguente  allocazione di risorse che deriva da tale classificazione delle scuole italiane, i docenti sono sempre più propensi a dedicare una consistente percentuale di ore di didattica all’insegnamento di ciò che è necessario per superare i test. Coloro che ci rimettono maggiormente sono gli studenti, che si vedono sottrarre i momenti più formativi del proprio percorso scolastico, sostituiti da una forte competizione e da un’attenzione eccessiva al voto.

Spesso, di fronte al rifiuto di questo modello di valutazione ci siamo sentiti rispondere che la nostra è solo paura di essere valutati. Al contrario, noi da anni ci facciamo promotori di un’idea alternativa di valutazione, che non sia più utilizzata come mero strumento di controllo e di punizione, bensì come uno strumento di crescita collettiva e individuale, svincolato dalle logiche di mercato e di competitività che ad oggi la contraddistinguono. Pensiamo che si debba inserire nel processo di valutazione modalità quali l’autovalutazione, la valutazione dello studente verso il docente e  la valutazione narrativa, che vedano i percorsi formativi come processi circolari in cui la valutazione metta in luce le lacune e i punti di forza delle metodologie di insegnamento, dello studente o dell’istituto in generale.

I test INVALSI non sono obbligatori né per i docenti né per gli studenti. L’art. 51 comma 2 del D.L. del 9 febbraio 2012 n.5 annovera le prove INVALSI tra le “attività ordinarie”. Pertanto, anche la somministrazione dei test INVALSI deve essere discussa democraticamente nei collegi docenti, nei consigli di classe e nelle assemblee.

I test sono strumenti di valutazione esterna e in alcun caso possono essere ritenuti utili all’attribuzione di voti ordinari agli studenti. La loro valutazione nei registri di classe contraddice la normativa sulla privacy in merito allo svolgimento delle prove (D.L. n.147/2007 convertito con modificazioni dalla legge n.176/2007).

Nel caso in cui un professore valuti la tua prova INVALSI o minacci di farlo, in allegato puoi scaricare il modulo della vertenza per impedirglielo.

Il 13 maggio boicotteremo i test INVALSI perché:

  • Costosi: ogni anno vengono spesi 14 milioni di euro per la somministrazione dei test, mentre ci viene detto che “non ci sono soldi” per finanziare l’edilizia scolastica o il diritto allo studio;
  • Dannosi: producono una didattica nozionistica che considera gli studenti numeri e non persone. I test sono incapaci di valorizzare le intelligenze di tutte e tutti;
  • Escludenti: sono basati su un concetto di merito sbagliato che ignora le disuguaglianze socio-economiche profonde che ci sono tra gli studenti;
  • Antidemocratici: sono costruiti dal MIUR e dall’INVALSI mentre la valutazione dovrebbe essere un tema costantemente discusso e deciso nelle scuole dal basso.

Il 13 maggio non compileremo a testa bassa dei test di cui non condividiamo né la natura né lo scopo ma con scioperi bianchi, blocchi delle lezioni, flash mob e assemblee fuori e dentro le scuole faremo sentire le nostre ragioni! Facciamo appello alle realtà del mondo scuola, agli studenti e ai docenti tutti : fermiamo la standardizzazione dei saperi, rivendichiamo e pratichiamo modelli di altra-valutazione!

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Test Invalsi: cosa c’è che non va e come si potrebbero cambiare

Posted by comitatonogelmini su 12 Maggio 2014

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di Francesca Sironi
da L’Espresso
12 maggio 2014
Poco supporto alle scuole. Domande scadenti. Nessun questionario per conoscere meglio genitori, studenti e insegnanti. Sovrapposizione fra prove nazionali e internazionali. Così da 30 anni le valutazioni standard dicono sempre le stesse cose delle nostre scuole. Senza che per questo l’educazione migliori. Ecco dove bisognerebbe intervenire, secondo due grandi esperti

È un rito che si ripete ogni anno. Col suo corredo di stress, fatica e proteste. I test Invalsi, introdotti per la prima volta 13 anni fa e diventati d’obbligo per tutti gli studenti italiani, dalle elementari alle superiori, catalizzano battaglie e speranze come pochi altri aspetti della scuola dell’obbligo. Valutare infatti è difficile. E se la misura viene imposta dall’alto può risultare odiosa. Quest’anno alla guida dell’ente è arrivata una nuova presidente, Anna Maria Ajello, che promette di voler cambiare le cose e di ascoltare i pareri di chi dissente. “L’Espresso” ha chiesto a due esperti di provare a spiegare, concretamente, cosa c’è che non va in queste prove. E come potrebbero migliorare. Così Bruno Losito , docente a Scienze della formazione all’Università di Roma Tre e per 15 anni responsabile dei quiz internazionali dell’Invalsi, e Clotilde Pontecorvo , professore emerito di Psicologia evolutiva alla Sapienza, raccontano cosa servirebbe, secondo loro, per rendere i test più giusti ed esatti. E quindi forse più benvoluti.

IO MISURO MA POI?
«L’aspetto forse più disperante, dei test Invalsi, è che gli elementi di fondo fotografati dai risultati di oggi sono gli stessi degli anni ’70», inizia Losito: «Gli esiti nazionali sono oltremodo prevedibili: la distanza del Sud dal Nord, l’arretratezza delle regioni meridionali … Uno si chiede a cosa serve continuare a insistere sulla valutazione se poi non cambia niente. È frustrante». «Io c’ero, 30 anni fa, nella squadra che ha avviato le prime prove standard per misurare le competenze degli alunni», racconta Pontecorvo: «E in effetti ciò che scoprimmo allora a livello nazionale è purtroppo quello che emerge ancora oggi: le ineguaglianze derivano dalla collocazione territoriale». Ma è colpa dei test se alle loro domande gli studenti falliscono a seconda di dove sono nati? O della politica che non interviene a riguardo? «Bisognerebbe definire a cosa servono i quiz», risponde Losito: «Se servono per programmare politiche nazionali oppure piuttosto per permettere ai docenti della singola scuola di intervenire sulle carenze. Ma per questo ci sarebbe bisogno di supportare le classi, dare loro esperti, fondi, tempo. Da 13 anni ormai le prove Invalsi sono entrate nelle scuole. Perché non finanziare una ricerca che studi e analizzi sul serio se sono servite a qualcosa? Se a professori e dirigenti scolastici sono state utili per cambiare oppure no? Se hanno fatto avviare miglioramenti oppure sono rimaste nei cassetti?».

QUIZ VS CONOSCENZE
L’altro tema eternamente discusso riguardo alle prove è loro sostanza. Di imbuti a crocette, fondamentalmente, domande chiuse a cui rispondere attingendo alle proprie conoscenze di grammatica, matematica, logica. Ma chiuse. «Io ho sempre difeso le prove scritte», spiega Pontecorvo: «Ho insegnato per 15 anni in un liceo classico e dalla mia esperienza, oltre che dai nostri studi, ho sempre tratto l’idea che le prove scritte siano più oggettive delle interrogazioni orali, nelle quali il docente mette per forza la sua parte. L’interrogazione serve per interagire, approfondire, ma non è la forma migliore per valutare. Certo, poi c’è prova scritta e prova scritta». Ovvero c’è l’abisso che separa una composizione a soggetto libero da un quiz, e da un quiz raffazzonato a uno studiato nel dettaglio. «Gli attuali test Invalsi sono molto più “chiusi” di quelli internazionali, paradossalmente», commenta Losito: «E questo per un evidente problema di costi e di tempo: vogliono fare prove universali, dirette a milioni di studenti, e correggerle in pochi mesi per restituire i risultati alle scuole entro ottobre. Così è impossibile, anche assumendo ricercatori precari. La verifica delle risposte a domande aperte è uno dei costi maggiori nel budget Invalsi. Ma sono anche le domande più importanti». Quindi? «È davvero necessario sottoporre questi test a ogni alunno in ogni classe ogni mese di maggio di ogni anno?», si chiede il docente di Roma Tre: «Non sarebbe sufficiente proporre le prove con cadenza biennale, per dare spazio a test più aperti, più complessi, quindi a correzioni più attente, così come ad analisi più profonde sui risultati da inviare ai docenti e ai dirigenti scolastici?»

LE DOMANDE CHE MANCANO
C’è un altro vuoto nei mega-test che impegnano in questi giorni bambini e ragazzi italiani. Ed è quello del contesto: «Anche qui, assurdamente, i test internazionali sono più attenti dei nostri», spiega Losito, che ne è stato responsabile per 15 anni: «Insieme alle domande di matematica e italiano c’è sempre un questionario rivolto agli studenti e ai loro genitori, per poter confrontare i risultati col contesto di provenienza degli alunni. Nelle prove nazionali questo aspetto manca». «Bisognerebbe averlo chiaro, e ribadirlo ogni volta: questi test servono a misurare. Non a valutare», continua Pontecorvo. Sembra una differenza lessicale, più che sostanziale, visto che il ministro che ha introdotto le prove, Letizia Moratti, li chiamava per l’appuntostrumenti di valutazione ”, e che i dirigenti scolastici mostrano fieri i risultati sui siti web d’istituto se sono eccellenti o li nascondono se sono scarsi. «Questo è un grave errore delle istituzioni», afferma la docente della Sapienza: «Per controllare e valutare sarebbero necessari molti altri valori che ora non entrano nei risultati. E riguardano gli alunni, le loro famiglie, la posizione della scuola, il contesto. Soprattutto non servono per valutare gli insegnanti, come suggeriscono invece alcuni dirigenti».

DOPPIONE INTERNAZIONALE
Nel 2012 l’istituto Invalsi ha speso complessivamente 24 milioni e 962 mila euro. Per i prossimi tempi calcola le sue necessità finanziarie in 16 milioni e 960 mila euro all’anno. Di questi, quattro serviranno per le prove universali nazionali; due per quelle internazionali; 850 mila euro andranno a quelle campionarie; e due milioni e mezzo infine serviranno a “supportare” le scuole nella loro “autovalutazione”. «Il confronto internazionale è indispensabile», sostiene Pontecorvo. «Ma nella fotografia che dà del Paese a livello centrale si sovrappone agli esisti delle prove nazionali», aggiunge Losito. Quindi? Si tratta di un costoso doppione? «In parte sì», risponde il docente romano: «Ed è una sovrapposizione che va risolta. Il campione selezionato per i confronti internazionali probabilmente è troppo vasto. Si potrebbe risparmiare ed avere ugualmente un parametro con cui confrontare i nostri risultati a quelli degli altri Paesi dell’Ocse».

NAUSEA DA TEST
L’ultimo rischio, il più avvertito, forse, dai docenti, riguarda le conseguenze che le prove hanno nelle classi. «I nostri studenti hanno un tasso altissimo di risposte non date», spiega Pontecorvo: «Ed è dovuto al fatto che non capiscono le domande. Non sono abituati a quell’impostazione, alla formulazione dei problemi proposta dagli standard internazionali. Il rischio è che gli insegnanti allora si riducano al “teaching to the test”, ovvero ad addestrare gli alunni a rispondere ai quiz piuttosto che a rafforzare le competenze di base che questi richiedono. Una prospettiva pedagogicamente orribile». Le prove intanto aumentano però, risicando tempo all’insegnamento, fra campioni, test nazionali, confronti internazionali e questionari vari. Richiedendo straordinari ai docenti per correggere e verificare: «Il rischio è che le classi arrivino a non sopportare più l’idea di doversi sottoporre ai test», racconta Losito: «Come già sta avvenendo in paesi come la Gran Bretagna. Nel 2005, quando chiamavamo le scuole per chiedere di partecipare a una prova internazionale non si tirava indietro nessuno. I miei colleghi di oggi dicono che ora chiamano e iniziano a trovare resistenze. Continuando così andranno in sovraccarico, e senza un serio incentivo per farlo»

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Ecco i testi delle prove Invalsi di Matematica 2014 per la scuola primaria e le griglie di correzione

Posted by comitatonogelmini su 9 Maggio 2014

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di Comitato Genitori ed Insegnanti per la Scuola Pubblica di Padova
9 maggio 2014

Alleghiamo scaricabili dai links sottostanti i testi delle prove Invalsi 2014 di Matematica per la seconda e quinta classe della scuola primaria distribuiti la mattina del 7 maggio nelle scuole italiane.

Vi informiamo che questa volta abbiamo fatto più fatica del previsto per procurarci i testi, perchè il nostro agente segreto è stato colpito da…influenza.

Comunque ci siamo arrangiati lo stesso!

Avvertenza n°1: i link che troverete conducono al sito ProveInvalsi.net. In questo sito potrete scorrere le varie domande, ma per passare da una all’altra dovete rispondere! Data la risposta, si caricherà automaticamente la domanda successiva e così via fino alla fine del questionario. Prima di iniziare vi verrà richiesto di inserire alcuni dati che serviranno per costruire una scheda in cui verranno registrate le vostre risposte e che, alla fine del vostro lavoro, vi dirà come ve la siete cavata e vi segnalerà  quale sarebbe stata la risposta giusta in quelle che avete sbagliato.

Avvertenza n° 2: anche in queste prove, come è avvenuto lo scorso anno scolastico, il testo è stato impaginato in cinque maniere diverse (modificando la numerazione delle domande) per evitare (o comunque rendere più difficile) la copiatura fra compagni di classe; quella proposta è una di esse, nelle altre quattro le stesse domande sono state proposte con una numerazione differente.

Alleghiamo in fine anche le griglie necessarie alla correzione delle prove sia di Italiano che di Matematica.

Boicotta le prove, diffondi i testi in modo che non possano essere riutilizzati!

Vai al testo della prova di Matematica della classe 2 primaria
Vai al testo della prova di Matematica della classe 5 primaria

Scarica qui la griglia di correzione di Matematica per la classe 2 primaria

Scarica qui la griglia di correzione di Italiano per la classe 2 primaria

Scarica qui la griglia di correzione di Matematica per la classe 5 primaria

Scarica qui la griglia di correzione di Italiano per la classe 5 primaria

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I test Invalsi. Contributi a una lettura critica – Disponibile e scaricabile liberamente la versione in pdf dell’unico libro in Italia che affronta i quiz-Invalsi con sguardo critico

Posted by comitatonogelmini su 8 Maggio 2014

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di Cesp – Centro Studi per la Scuola Pubblica – Bologna
8 maggio 2014

Disponibile e scaricabile liberamente la versione in pdf dell’unico libro in Italia che affronta i quiz-Invalsi con sguardo critico. Contro il pensiero unico neoliberista sulla scuola, un antidoto alla subalternità.

Sono ormai nove anni che i test Invalsi sono stati introdotti nelle scuola italiana.
Essi, con la filosofia didattica e strutturale che vi sta alla base, costituiscono una delle più pesanti e progressivamente totalizzanti intrusioni degli ultimi tempi nell’articolazione della scuola pubblica, giungendo ad influenzare prepotentemente anche la stessa microfisica della didattica curricolare.
Eppure sembra che il tema debba rimanere tabù, non solo fra gli studiosi dell’organizzazione scolastica e tra i pedagogisti universitari, ma anche tra i pubblicisti votati ad un pubblico generalista.
Il volume raccoglie e mette a confronto i diversi ed interessanti interventi che in questi ultimi anni hanno riflettuto sui test e sulla loro filosofia, spesso prodotti in occasione di iniziative finalizzate a riaprire il dibattito e rimettere in discussione questo preteso “pensiero unico” della scuola del futuro.
Testi di Ferdinando Alliata, Sara Bacchini, Marco Barone, Piero Bernocchi, Alessandra Bocchi, Luca Castrignanò, Coordinamento Precari Scuola Bologna, Girolamo De Michele, Silvia Di Fresco, Gianluca Gabrielli, Ferdinando Goglia, Chris Hodges, Carmelo Lucchesi, Maddalena Micco, Valentina Millozzi, Bruno Moretto, Sebastiano Ortu, Adriana Presentini, Edoardo Recchi, Enrico Roversi, Carlo Salmaso, Giorgio Tassinari, Serena Tusini, Matteo Vescovi.

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