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Comitato genitori e insegnanti x la scuola pubblica – Padova e Provincia

Posts Tagged ‘ministro Carrozza’

Mozzarelle in Carrozza

Posted by comitatonogelmini su 13 gennaio 2014

trattoria-la-carrozza

di Anna Lombroso
da Il Simplicissimus
13 gennaio 2014

Più che trasparente la Ministra Carrozza sembrava vaporosa e quasi invisibile .. poi ha cominciato ad esprimersi e sono stati dolori.

Anche mettendo da parte una entusiastica adesione all’ideologia imperante che le fa guardare con occhio commosso e benevolo ai meriti e ai valori delle scuole private, le sue esternazioni hanno confermato l’immagine di una leggiadra presenza occasionale e estemporanea al governo e anche nel mondo dell’istruzione.  Dando continuità  ai percorsi nel buio del tunnel della Gelmini, ha confermato l’eliminazione dello studio della  storia dell’arte e la pratica delirante degli invalsi, stupita del malessere di insegnanti e dal malumore dei presidi, che bacchetta perché poco disposti al sacrificio, colta di sorpresa dal prelievo dei 150 euro dalla busta paga degli insegnanti, almeno quando il ministro dell’Economia, ha deciso quindi di volerne sapere di più tramite una consultazione popolare, un referendum online per chiedere agli italiani che cosa non funziona nella scuola italiana.   E come?  Ma con “Domande semplici su dieci temi” sulle quali lei dichiara la volontà di aprire un dibattito in tutto il paese.

Per niente intimidita da possibili abusi del web, da incontinenze verbali e dalla marea di probabili insulti, che la condurranno irrimediabilmente a esigere misure di controllo e censura come è già avvenuto per altri suoi augusti colleghi preoccupati  dagli effetti che producono e non dalle loro azioni, lancia in rete e sulle tv un’altra edificante iniziativa.  Si chiama   ‘Io scelgo, Io studio’, la campagna del Ministero articolata in  una nota di indirizzo destinata alle scuole, uno spot tv, un sito dedicato aperto al contributo di istituzioni scolastiche e studenti, una task force di esperti a disposizione dei ragazzi, una “cassetta degli attrezzi”  per aiutare chi frequenta la scuola secondaria di I e II grado a fare la propria scelta per il futuro.

Proprio come per il Job Act del Pd anche lo studio e più in generale il futuro sono  ormai sostanza gassosa a disposizione della propaganda, con la quale gonfiare palloncini da fiera per imbonire i cittadini mentre gli si sfilano di tasca soldi e sogni.

 “Il futuro delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi dipende dalle loro scelte di oggi,  spiega la Carrozza.  È per questo che l’orientamento deve svolgere un ruolo fondamentale all’interno dei percorsi scolastici, per aiutare gli studenti nelle loro decisioni, indicare la via migliore per seguire le proprie inclinazioni, e farlo presto, perché le sfide e la competizione che abbiamo di fronte sono ormai globali. Con le nostre indicazioni e l’investimento ad hoc previsto nel dl ‘L’Istruzione riparte’ (niente popo’ di meno che 6,6 milioni  di euro, n. di r.) vogliamo aiutare scuole e studenti a raggiungere l’obiettivo di scegliere presto e farlo bene”.

Per sostenere le nuove generazioni nelle loro scelte,   la Carrozza si è affidata alla solita cianfrusaglia di esperti, ma non togati, non accademici, potremmo dire espressi dalla società civile. E a svolgere la funzione di acchiappa citrulli secondo la moda del giorno ha incaricato  nell’apposita sezione #iohoscelto del sito, personalità del mondo delle professioni, della scienza, dello spettacolo,  che racconteranno in brevi video rivolti ai ragazzi come hanno raggiunto i loro obiettivi. Tra i primi ‘orientatori’ che si sono messi a disposizione del Miur, la scrittrice Chiara Gamberale, figlia eccellente di altrettanto eccellente e chiacchierato boiardo, l’astronauta Luca Parmitano, che sta bene dappertutto perfino su Marte, un immancabile  chef, Bruno Barbieri, oltre al  il regista e conduttore televisivo Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif,  “volto di Mtv”.

Innamorati della realtà tramite rappresentazione,  c’è da aspettarsi che i nostri esponenti del governo ci propongano l’Isola dei Precari, il Grande Futuro e grazie alla presenza istituzionale del cuoco di regime, un Masterchef, che potrebbe chiamarsi Scuole da incubo.

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È la scuola diffeRENZIata, baby

Posted by comitatonogelmini su 8 gennaio 2014

referendumaltan

di Mauro Presini
da Like @ Rolling Stone
8 gennaio 2014

Di solito non canticchio quasi mai per caso ma non riuscivo proprio a spiegarmi perché, alla vigilia dell’Epifania, mi venisse in mente il ritornello di “Oh well (un bel brano scritto da Peter Green nel 1969) che dice così:
But don’t ask me what I think of you
I might not give the answer that you want me to
(Ma non chiedermi cosa penso di te
Potrei non dare la risposta che vuoi)

Poi mi sono ricordato di aver letto che il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza ha annunciato l’intenzione di voler “aprire un dibattito in tutto il paese su questo bene primario che è la scuola per “fare insieme agli italiani la grande e giusta riforma della scuola italiana” e allora ho capito il perché del ritornello.
In che modo il Ministro vorrebbe aprire un dibattito?
Sottoponendoci un questionario on-line su dieci temi.
Con quali scadenze?
Si potrà rispondere anonimamente sul sito del Ministero fino a maggio, poi a giugno loro ci penseranno e a settembre ci diranno quali indicazioni hanno recepito.

Spenderò poche righe per dire che considero questa iniziativa come una proposta di poco senso, di metodo sbagliato e di nessuna efficacia; in definitiva, pur non essendo renziano, mi permetto di considerarla un’idea da “rottamare”.
Se il Ministro usa l’espressione “aprire un dibattito” con l’intenzione di “somministrare un questionario on-line” vuol dire che esiste un grave problema di comunicazione.
Se il Ministro ha bisogno di capire come la pensiamo sui problemi principali della scuola vuol dire che finora non ha ascoltato le Associazioni, i Coordinamenti, le Assemblee, le Reti, i Sindacati, i pedagogisti, il personale della scuola e gli studenti.
Se il Ministro vuole “fare insieme agli italiani la grande e giusta riforma della scuola italiana” organizzando prima una specie di referendum sul web vuol dire che ha intenzione di dedicarsi al teatro e sta tentando di mettere in scena: “Molto rumore per nulla” di Shakespeare… purtroppo per noi, in maniera maldestra.
Vuoi vedere che questi sono già i primi effetti della democrazia diffeRENZiata proposta dal nuovo segretario del Partito Democratico: attirare l’attenzione con dichiarazioni altisonanti propinate in modo ambiguo, proporre modalità di pseudocoinvolgimento virtuale sull’esempio campestre del “grillo iracondo” e lanciare promesse talmente enormi da non poter passare inosservate.
Spero che in una delle prossime interviste, alla domanda: “Cosa intende fare per la scuola?” il Ministro non risponda renzianamente:La scuola… quale?”
Ho avuto un incubo la notte scorsa sognando che il quesito, di un eventuale referendum sulla scuola, potrebbe essere questo:
“Volete voi che sia rottamato l’articolo 34 della Costituzione che recita:
La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi,
per sostituirlo con il seguente nuovo articolo:
Tutti possono aprire una scuola.
L’istruzione gratuita, impartita per almeno otto anni, è obbligatorio che sia inferiore.
I capaci e meritevoli, se privi di mezzi, hanno anche il diritto di raggiungere i gradini più alti degli stadi.”

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La letterina alla Befana del ministro Carrozza

Posted by comitatonogelmini su 6 gennaio 2014

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di Franco Labella
da L’Unità
6 gennaio 2014

Le feste erano iniziate bene con la reprimenda del ministro Carrozza contro i compiti a casa.
Oggi finiscono , come da tradizione, con la letterina alla Befana.
“Cara Befana, dopo tanta cenere ed altrettanto carbone portaci una scuola nuova….”.
Siamo cresciuti da tempo ed alla Befana, comunque, vorremmo continuare a crederci ma con lo sguardo e le speranze da adulti.
Abbandonando, certamente, il candore dei piccoli.
Peter Pan non è il modello da seguire, né nella vita né nella scuola.
Per cui leggere l’ennesima intervista di un ministro dell’Istruzione con l’ennesima promessa di cambiamento affidata, pensate un po’, ad uno strumento democratico per eccellenza, il referendum, potrebbe sembrare aprire il cuore alla speranza…
Solo che l’unico referendum che ci piacerebbe, dopo i tagli degli ultimi decenni sarebbe un bel referendum abrogativo (ahimè tecnicamente impossibile per le leggi tributarie e di bilancio che hanno regalato tagli e miserie alla scuola pubblica statale) delle misure che hanno impoverito, dal maestro unico al riordino delle superiori, sicuramente una scuola disastrata e che attende il cambiamento come Godot.
Invece di atti politici e di una inversione di tendenza reale (che come leggerete fra un po’ è smentita persino dai fatti dei provvedimenti del governo delle piccole intese) ci tocca, invece, l’ennesima intervista con l’ennesima mirabolante promessa.
Una consultazione estesa a tutto il mondo per capire come la pensa il mondo sulla scuola ed i suoi bisogni.
Maria Chiara Carrozza, ministro dell’istruzione, evidentemente non legge Profumo di scuola.
E fin qua niente male perché non è obbligata a farlo, ci mancherebbe che sprecasse il suo tempo così.
Non è obbligata a farlo manco la sua portavoce Alessandra Migliozzi.
La quale a differenza di un suo predecessore, quello del tunnel per capirci, in genere ha seguito, nel suo ruolo lavorativo precedente, in maniera abbastanza costante le vicende della scuola italiana.
Ma allora dovrebbe consigliare al ministro di evitare affermazioni come quella che si legge nella intervista rilasciata a Corrado Zunino, in cui, con immenso candore se di quello si tratta, la Carrozza confessa: ” Vorrei capire, confesso che su alcuni temi non so come gli italiani la pensino”.
Ed ancora: “Da ministro ho le mie idee, ma se non capisco quelle del paese non posso elaborare l’ultima riforma della riforma della riforma.”.
E no caro ministro.
Perché i Profumi di scuola, gli articoli ad esempio di Vertecchi solo per citare l’Unità, le tante rubriche e i “prodotti editoriali” simili, mica li scriviamo con la fantasia.
Mica li scriviamo da Marte.
Mica li scriviamo ignorando quello che le persone di scuola e coinvolte con la scuola dicono e pensano e fanno da tempo.
Le lettere ai quotidiani, ancorchè non inviate al Quirinale, ogni tanto, ma solo ogni tanto, dei guasti e dei problemi della scuola parlano.
Nemmeno quindici giorni fa lei ha fatto una incursione pesante, da ministro, sull’autonomia didattica dei docenti (gli unici curiosamente assenti nell’intervista….) con la storia dei compiti a casa.
Come le è stato giustamente rimproverato persino da miti pedagogisti poco inclini al “dalli al Ministro” lei può farci conoscere, sul tema, la sua opinione di privata cittadina ma non può dare una indicazione di quel genere alla faccia dell’art. 33 della Costituzione.
Perchè per fare le riforme servono i soldi ma per ridare credibilità alla scuola e a chi, quotidianamente, la fa non servono le interviste e le boutades a cui ci hanno abituato i suoi predecessori da Profumo alla Gelmini.
Le boutades lasciamole ai comici chè ce ne sono già tanti in giro…
Oggi, dopo nemmeno quindici giorni e dopo aver sempre smentito di voler mettere mano a cambiamenti radicali per smantellare il disastro gelminiano, propone un referendum alla Grillo?
Per sapere cosa?
Che esistono le classi pollaio?
Che ai docenti ha chiesto, ora, a fine 2013 la restituzione persino dei soldi legati agli scatti dati, sempre con le risorse dei docenti e del personale ATA tagliando il fondo di istituto, nello stesso 2013?
Che nelle scuole, oltre alla Storia dell’Arte di cui parla nell’intervista, non si studia più il Diritto?
Che nelle scuole non ci sono soldi e si fanno le riffe per pagare prima solo alcuni supplenti alla faccia dell’art. 36 della Costituzione?
Che le graduatorie non sono esaurite e mai lo saranno se non si dà avvio ad una seria politica di assunzioni e di revsione degli organici?
Che le  “nuove classi di concorso” non lo sono ancora a quasi cinque anni dal riordino della Gelmini?
Che i docenti non hanno più alcuna continuità didattica e quindi la relazione educativa è frammentata, spezzettata, ridotta a poltiglia?
Che ci sono debiti che il MIUR non ha pagato e che mette a rischio prescrizione se uno non ha la forza, volontà e risorse per adire il giudice del lavoro e ripristinare così lo Stato di diritto?
Che per assumere i primi ispettori tecnici dopo decenni c’è voluto un concorso durato anni?
Insomma cosa non sa e vuol sapere attraverso una consultazione che ha tutta l’aria di essere l’ennesima promessa da marinaio o l’ennesimo libro dei sogni come acutamente le chiede lo stesso Zunino?
Anche perché ministro, non vorremmo che finisse come nell’infanzia quando la cenere ed il carbone, qualche volta, non erano metaforici e venivano propinati con l’ammonimento: “Se fai il bravo, l’anno prossimo la Befana ti porta quello che hai chiesto…”
Abbiamo fatto i bravi fin troppo e alla Befana non ci crediamo più come da piccolini….
Per cui ci basterebbe, per esempio, che lei prima di rispondere ai milioni che parteciperanno alla sua consultazione ci desse qualche risposta banale ad una domanda ripetuta di recente, c’era Babbo Natale.
Come la pensa, ad esempio, con lo studio abolito del Diritto?
Lo vuole ripristinare?
Si o no?
In genere i referendum si dice che siano strumenti “rozzi” di partecipazione democratica perché legano la complessità ad un “sì” o ad un “no”.
Ed allora, prima di quello, la vuol dare una risposta pubblica ad una domanda semplice come quelle che pensa di inserire nella consultazione annunciata?
O dobbiamo chiederlo alla Befana con la prossima letterina?

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Riforme scolastiche nella legge di stabilità: il Governo fa marcia indietro

Posted by comitatonogelmini su 18 novembre 2013

Greg-MacPherson
di Alessandro Giuliani
da La Tecnica della Scuola
18 novembre 2013

Con una nota sintetica il Miur fa sapere che il testo a cui si fa riferimento è da ritenersi “del tutto superato”. Decisive le forti proteste dei sindacati? Di sicuro ha pesato l’incertezza politica: per attuare riforme di questa portata serve una visione condivisa e una maggioranza coesa. Intanto da Viale Trastevere si apprende che almeno per il comparto ‘istruzione’ il ministro Carrozza avrebbe intenzione di avviare un confronto con il mondo della scuola prima di procedere oltre.

Sul testo del disegno di legge delega in materia di istruzione Governo fa marcia indietro. A comunicarlo è stato il ministero dell’Istruzione, con una nota sintetica emessa nella giornata del 18 novembre.
“A seguito delle notizie di stampa sul Disegno di legge delega in materia di Istruzione, Università e Ricerca, il Ministero precisa – si legge nel testo pubblicato dal dicastero di Viale Trastevere – che il testo a cui si fa riferimento è da ritenersi del tutto superato”.
Sulla decisione dell’Esecutivo Letta di rivedere la modifica di alcune parti rilevanti dell’organizzazione scolastica, ad iniziare dalla revisione degli organi collegiali, oltre che sullo stato giuridico del personale e del reclutamento, potrebbero aver pesato le forti critiche espresse nei giorni scorsi dai sindacati.

La frenata del Governo potrebbe però anche avere anche altre motivazioni. L’Ansa ritiene che il dietrofront delle ultime ora non sarebbe estraneo alla “situazione politica: con la delega il Governo chiede di legiferare ‘al posto’ del Parlamento, ma ciò dovrebbe accadere quando c’è una visione condivisa e una maggioranza coesa”.
Inoltre, “secondo quanto si apprende in ambienti ministeriali, per quanto riguarda il comparto ‘istruzione’, il ministro Carrozza avrebbe intenzione di avviare un confronto con il mondo della scuola prima di procedere oltre, mentre sul fronte dell’università e della ricerca si tratterebbe di una delega di tipo ricognitivo con l’obiettivo di arrivare a un Testo unico che riordini la materia legislativa esistente in questi due ambiti”.

Il comunicato del Ministero

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La scuola in mano al governo: il disegno di legge di cui nessuno parla

Posted by comitatonogelmini su 14 novembre 2013

propcar

di Marina Boscaino
da Il fatto quotidiano
14 novembre 2013

È bene che tutta la scuola stia in ascolto per provare a recuperare in breve tempo risposte plausibili ad un interrogativo che si è diffuso nelle ultime ore. Orizzonte Scuola, Edscuola, media caratterizzati da un’indiscussa affidabilità di informazione sul nostro sistema scolastico, sulle politiche e gli atti normativi ad esso relativi, riportano la notizia di un disegno di legge delega su Istruzione, Università e Ricerca presentato dal ministro Maria Chiara Carrozza durante il cdm dello scorso venerdì, che pare dovrebbe essere riesaminato nelle prossime sedute.

Nel caso la notizia fosse confermata, si tratterebbe di un disegno di legge delega, collegato alla legge di Stabilità e, in quanto tale, sarebbe certamente approvato, senza adeguata discussione su una materia incandescente. La discussione sui collegati passa ovviamente in subordine, il dibattito parlamentare e l’attenzione dei media saranno centrati essenzialmente sulla legge di Stabilità. I disegni di legge collegati alla legge di stabilità normalmente sono sottratti al dibattito parlamentare; in questo peraltro si tratterebbe non solo di una legge approvata senza un reale dibattito, ma di una legge che delegherebbe al Governo (e quale Governo!) la revisione dei procedimenti «relativi allo stato giuridico e al trattamento economico del personale della scuola»; «la precisa definizione dei rapporti tra le diverse fonti di disciplina pubblicistica e negoziale» che riguardano i dipendenti, gli organi collegiali della scuola, «con il mantenimento delle sole funzioni consultive e il superamento di quelle in materia di stato giuridico del personale e di quelle rientranti nelle materie di competenze regionali», le reti di scuole e «la riforma organica del reclutamento del personale docente, che garantisca la tutela delle diverse categorie dei soggetti abilitati, mantenga l’equilibrio tra le assunzioni per concorso, anche con l’introduzione di una selezione all’ingresso dei corsi di studio abilitanti, e gli scorrimenti di graduatoria, fermo restando il rigoroso rispetto del principio del merito, e consenta lo smaltimento del precariato». Ce n’è per tutti: stato giuridico, salari, riforma degli organi collegiali, collegati ad una legge di Stabilità che – peraltro – procrastina il  blocco dei contratti, non rinnovati da 4 anni.

Se tutto fosse confermato, se Carrozza davvero riproponesse il testo in Consiglio dei ministri (pare che la discussione sia stata rimandata per la complessità e la vastità dei temi) si determinerebbe una esplicita dichiarazione di guerra tra governo delle larghe intese e mondo della scuola. Si tratterebbe di un atto gravissimo, non solo per la questione salariale. Si delegherebbero al governo i temi strategici dello stato giuridico; del reclutamento. E significherebbe che (nonostante l’inequivocabile e netto rifiuto della scuola al Pdl Aprea Ghizzoni e – soprattutto – nonostante le garanzie che il Pd in campagna elettorale a più riprese ha espresso rispetto ad un’ampia consultazione del mondo della scuola sulla questione della democrazia scolastica e della eventuale revisione degli organi collegiali) questo governo, di cui il Pd fa parte, e il ministro, che dal Pd proviene, imporrebbero con metodi autoritari e antidemocratici interventi che andrebbero ad attentare ai fulcri vitali del nostro lavoro, della nostra professione e professionalità, alla libertà di insegnamento, alla partecipazione, al pluralismo, alla equiordinazione dei diversi organi nel governo degli istituti scolastici.

Sarebbe una scelta suicida, incomprensibile persino per chi è abituato da anni a constatare la devastazione che intenzionalmente e trasversalmente si opera sulla scuola dello Stato. Una scelta che minerebbe quel minimo di credibilità che qualcuno di noi (i più ottimisti) ancora attribuisce al partito che avrebbe dovutouna promessa mancata da sempreraccogliere l’eredità di coloro che in anni lontani si sono battuti per garantire al nostro sistema scolastico il rispetto dei principi che l’hanno reso quel veicolo di pensiero divergente, di emancipazione, di crescita etica e culturale per futuri cittadini consapevoli che ancoranonostante tutto – prova ad essere.

 Scarica il testo del disegno di legge

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